Andrologi: con pancetta e difetti estetici rischio disfunzione erettile

Ma attenzione alla percezione di difetti inesistenti o lievi

Dalle onde d’urto combinate con la dieta, per ridurre le adiposità addominali, in particolare localizzate in zona pubica, per eliminare l’effetto ottico di falsa brevità peniena, fino alle iniezioni di acido ialuronico o PRP per aumentare il volume del pene o correggere la curvatura. Sono sempre più numerose le tecniche per migliorare l’aspetto esteriore dell’intimità maschile che, anche se perfetta dal punto di vista anatomico, può subire un deficit funzionale da inestetismi. Un trend in crescita con oltre 10mila richieste l’anno di ritocchi ma accompagnato da un monito degli esperti. Procedure efficaci e sicure possono correggere difetti estetici più o meno gravi, che hanno un impatto sulla salute sessuale maschile, ma attenzione alla percezione di difetti inesistenti o lievi. In questi casi l’andrologo non deve assecondare il paziente ma indirizzarlo verso la scelta più giusta. Indispensabile rivolgersi a uno specialista competente.

Salute e bellezza sono un diritto anche per gli uomini: per migliorare il benessere maschile, che si riflette anche sul benessere della coppia occorre piacersi e non è solo una questione di vanità, perché gli inestetismi dell’intimità maschile, più o meno gravi, possono compromettere la salute sessuale, anche quando non sono legati a patologie deformative come ad esempio la malattia di Peyronie.”Si stima che circa il 45% degli uomini italiani sia in sovrappeso e che l’eccesso ponderale comporti un rischio fino al 70% di sviluppare disfunzione erettile, che è ancora maggiore al di sopra dei 60 anni. Anche cedimento dei tessuti, piccole dimensioni e curvature del pene acquisite o congenite, lesioni dermatologiche o cicatrici chirurgiche, possono avere un impatto negativo sulla salute sessuale maschile – afferma Alessandro Palmieri, presidente SIA e Docente di Urologia all’Università Federico II di Napoli – . Nel concetto olistico dell’andrologia, che prevede un approccio globale al paziente, non si può prescindere dalla valutazione delle condizioni estetiche, non solo perché spesso legate a condizioni patologiche ma anche perché una migliore percezione di sè ha ripercussioni funzionali sulla vita sessuale”. “Una nuova branca della medicina in continua evoluzione che si occupa di migliorare l’estetica e la funzionalità degli organi genitali maschili per consentire a chi soffre di inestetismi delle parti intime di vivere pienamente la propria sessualità, grazie a procedure correttive, sicure, efficaci e mini-invasive” sottolinea Palmieri.

Ogni anno si rivolgono all’andrologo circa 7-10mila uomini che chiedono interventi per migliorare l’aspetto esteriore dei propri genitali. Non sempre però la percezione che un uomo ha della sua intimità corrisponde poi alla realtà. “Capita di frequente che i pazienti chiedano di accedere a procedure di cui non hanno davvero bisogno – spiega Stefano Lauretti, co-presidente del congresso, Servizio di Urologia, Andrologia e Riabilitazione uro-sessuale, Casa della Salute Santa Caterina, Asl Roma 2 – perché percepiscono difetti inesistenti o lievi. E’ quello che definiamo dal punto di vista scientifico dismorfofobia peniena. In questo caso il paziente non va assecondato ma va aiutato a comprendere l’errata percezione”. Per gli specialisti della SIA bisogna diffidare da informazioni, consigli e soluzioni facili che spesso si trovano sul web. “E’ indispensabile che i pazienti vengano seguiti da uno specialista che sappia indirizzarli verso le giuste scelte al fine di risolvere in maniera personalizzata la loro problematica estetica”, osserva Lauretti.

L’aumento delle richieste per accedere a trattamenti estetici non chirurgici in ambito andrologico è cresciuto in pochissimo tempo. “Si è passati da zero a un più 7-10 per cento negli ultimi 10 anni – specifica Claudio Marino, andrologo della SIA ed esperto in trattamenti estetici -. I motivi principali derivano da una sorta di imbarazzo nelle situazioni intime dovuti sia a difetti legati a vere e proprie patologie del pene, che all’avanzare dell’età. Può succedere infatti che, che a causa del trascorrere del tempo, l’aspetto dei genitali non corrisponde più ai desideri dell’uomo e possono emergere frustrazione e sfiducia, che incidono in modo negativo sulla sfera sessuale”.

Fonte: askanews.it

Studio dell’Osservatorio Nestlé: pizza e pasta cibi della gioia

Da bravini nel 2023 a decisamente bravi, quasi perfetti, nel 2024. Questa, in sintesi, la fotografia degli italiani nel tortuoso percorso alla ricerca dell’elisir di lunga e buona vita o, almeno, dell’alimentazione varia ed equilibrata. 

Gli italiani stanno diventando virtuosi dell’alimentazione a quanto pare: nel 2024 in Italia si mangia sempre meglio e si spreca sempre meno. In Italia abbiamo aumentato il consumo delle verdure, dal 39% nel ’23 al 44% nel 2024; il consumo dei legumi (aumentato nel ’23 del 22%) oggi è cresciuto del 31%; il consumo del pesce è passato dalla percentuale di aumento del 19% nel ’23 al 22%; quasi invariato il consumo di frutta: dal 35% nel ’23 al 36% in più; le alternative vegetali al latte dall’aumento nel 2023 del 13% sono passate ad aumentare nel 2024 al 15% e il latte dal 11% al 13%.

A dimostrarlo le percentuali importanti rilevate dall’Osservatorio Nestlé con una ricerca dedicata – realizzata su base annuale – che attesta un approccio a un consumo più salutare. A conferma di tanto virtuosismo, il 43% degli intervistati dichiara di consumare meno carne rossa rispetto agli anni precedenti, mentre aumenta del 16% il consumo di alternative proteiche.

Ci stiamo rassegnando a ridurre anche quello che ci dà buon umore, come i dolci, che quest’anno abbiamo diminuito del 39%, così come i superalcolici: il 51% degli intervistati dichiara infatti di averne ridotto il consumo. E allora meglio buttarsi su Pizza e Pasta, ritenuti rispettivamente per l’82% e per il 67% dei rispondenti, i cibi della gioia. Tanto poi ci pensa il caffè a ridarci carica per essere più presenti e reattivi nella quotidianità, dato che il 69% degli intervistati ne fa un consumo invariato rispetto all’anno scorso e, anzi, il 15% ne ha aumentato il consumo.

Nel 2024, il pranzo per il 46% e la colazione per il 31% sono i pasti più rilevanti che prevalgono sulla cena, considerata meno importante e votata per il 23%. Ma l’aperitivo in ogni caso, per il 60%, raramente sostituisce la cena, tendenza invece rilevata negli ultimi anni. Il 51% degli intervistati non salta mai i pasti.
Tuttavia, ugualmente non ci sentiamo del tutto sereni: il 42% dichiara di accusare un senso di ansia e solo il 7% sembra non soffrirne mai, 4 su 10 affermano di ascoltare musica come rimedio per combattere l’ansia, 3 su 10 indicano il riposo e lo sport come soluzione. Bisogna però tenere d’occhio la pigrizia, dato che Il 62% non si è mai iscritto ad alcun programma di allenamento nell’ultimo anno, mentre il 30% si allena ma, 4 su 10, solo 2 volte a settimana.

Commenta la dottoressa Marzia Benvenuti, psicologa e psicoterapeuta: “Questi dati portano l’attenzione sul fatto che più di 6 persone su 10, nell’ultimo anno, hanno dichiarato di soffrire di ansia, elemento che incide sulla sensazione di fame o sazietà della mattina. Se si soffre di ansia è più facile che si attivi il cortisolo proprio durante la mattinata togliendo la voglia di mangiare. Il cortisolo scende durante il pomeriggio e la sera, ed ecco riapparire la fame”. E prosegue: “Individuare questo dettaglio ci rende molto più consapevoli non solo dei nostri stati emotivi ma anche della nostra scelta dei cibi. Se la fame è maggiore dal pomeriggio a dopo cena vuol dire che ho un problema con il cortisolo”.

Nel 2024, siamo inoltre meglio idratati, il 60% degli italiani beve 2 litri di acqua al giorno e il 30% 1 litro.

Sul fronte sostenibilità, 7 rispondenti su 10 si ritengono abbastanza o molto consapevoli circa la sostenibilità ambientale, tuttavia quasi 1 su 2 non ha modificato la propria alimentazione per essere più sostenibile nell’ultimo anno. Ma almeno il 94% non spreca più il cibo.

Uscendo dal comfort dei nostri gusti e dei nostri piatti identitari, le specie aliene che stanno infestando diverse zone d’Italia, fanno un po’ paura: il 33% ritiene questo fenomeno un pericolo per la biodiversità, mentre il 41% dichiara di non saperne abbastanza. Ma dopo il clamore suscitato dai ‘famosi’ granchi blu nella scorsa estate, più di 6 italiani su 10 affermano che sarebbero curiosi di assaggiare le specie aliene commestibili, e solo il 12% le ha già provate e li consiglierebbe.

Venendo alla nota dolente, il nostro carrello della spesa risente dell’attuale contesto socioeconomico, facendo decidere come prima cosa al prezzo e alle promozioni la scelta finale del cibo da acquistare. In secondo luogo, la preferenza va agli ingredienti più salutari possibili, a conferma dell’orientamento generale per una dieta sana.

Commenta il Dottor Giuseppe Fatati, direttore scientifico dell’Osservatorio Nestlé: “Mangiare bene non è più un fatto di pura gastronomia ma oggi deve essere condito dal saper scegliere equilibratamente tra i vari componenti di una corretta alimentazione e le proposte del mercato. I partecipanti alla nostra survey sembrano essere consapevoli della necessità di un’alimentazione corretta e tale consapevolezza è migliorata nel corso degli anni. Purtroppo, il particolare momento socioeconomico sembra influenzare le scelte in modo significativo”.

Conclude Fatati: “Le scelte alimentari sono orientate dal potere d’acquisto nonostante vi sia una manifesta attenzione per gli ingredienti salutari. Il consumatore intervistato conosce i principi di un corretto stile di vita ma è condizionato dalla possibilità di spendere”.

Fonte: askanews.it

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